Inclusione


L’Istituto Comprensivo di Casalpusterlengo, promuove e aderisce:

  • ad azioni inclusive e di formazione di tutto il personale scolastico;
  • a nuove strategie in rete con “UONPIA” territoriale, nonché l’Ufficio di Piano di Lodi, per innovative modalità di segnalazione e di diagnosi degli studenti con difficoltà di apprendimento;
  • a un nuovo piano di ricerca sperimentale sull’utilizzo di applicazioni per il potenziamento e per promuovere studio autonomo con strumenti compensativi informatici degli alunni dell’anno ponte Primaria, Secondaria di I grado;

Sviluppando e proponendo:

  • laboratori di CAA trasversali ai tre cicli scolastici;
  • laboratori di L2;
  • laboratori di cucina ed utilizzo dell’euro;

Garantendo tempi scuola differenti con protocolli di accoglienza graduale soprattutto nella scuola dell’infanzia.

Si attuano gli “Open day” unitamente a iniziative sia formative che conviviali di condivisione dei prodotti dei vari progetti come mostre e concerti, promuovendo un’inclusione dagli alti contenuti e decisamente fattiva.

L’Istituto inoltre:

  •  aderisce a protocolli di rete in seno all’orientamento, nello specifico: Orientamento Scolastico Guidato;
  • redige e sottoscrive PEI e PDP in linea con la normativa vigente per alunni con bisogni educativi speciali: stranieri in difficoltà, anche socioculturale e per studenti con problemi di apprendimento certificati;
  • risponde in maniera autonoma ai bisogni dell’utenza, organizzando commissioni, impiegando risorse umane che producono attraverso differenti strumenti soluzioni inclusive.

Le azioni sono coordinate da due referenti in capo alle politiche inclusive d’Istituto, così suddivise:

  • una funzione strumentale, referente e coordinatrice per le problematiche dei bambini con deficit e degli alunni con certificazione di DSA(L. 170 del 2010), che offre inoltre, al bisogno, uno sportello di consulenza per docenti e genitori;
  • una funzione strumentale, referente e coordinatrice per le problematiche degli alunni stranieri e con difficoltà socioculturale.

Le risorse umane qui elencate trovano supporto nelle figure preposte agli alunni, per i differenti ordini e gradi di scuola e nelle applicate di segreteria (ATA di segreteria), che custodiscono e rendono possibile la divulgazione e l’archiviazione dei modelli di segnalazione e documentazione anche su piattaforma ministeriale on-line; inoltre si occupano direttamente del primo contatto con l’utenza con un prezioso lavoro di sportello, raccogliendo le prime richieste dei bisogni dell’utenza e mettendole in contatto con le figure di riferimento.

Il personale collaboratore (ATA), unitamente al personale docente consente l’accudimento e la cura quotidiani degli alunni con particolari esigenze educative e fa da filtro tra studenti e famiglie per la tutela dei minori frequentanti.

Tra le differenti modalità di comunicazione con l’utenza si tiene a sottolineare che assemblee, colloqui (sia programmati che eccezionali) e comunicazioni individualizzate occupano un ruolo centrale per il feedback continuo con l’utenza.

Le Commissioni, Continuità e Formazione Classi, promuovono le scelte dei criteri del Collegio dei Docenti e del Consiglio d’Istituto unitamente al riscontro della Commissione Autovalutazione che monitora e analizza costantemente i processi d’inclusione effettivi.

Si sta lavorando per una maggiore incisività del GLHI a partire dalla sua composizione anche alla luce della tutela della privacy.

Centrale è il dialogo con “UONPIA” e i differenti servizi che il territorio offre, pubblici, convenzionati (ad es. Consultorio “Il Mandorlo” e Cooperativa Emmanuele ) e privati (ad es. Cooperativa Amicizia per  nuovi servizi sui casi di autismo, ma non solo), questi ultimi in aumento.

Importantissimo il confronto con l’amministrazione locale e l’Azienda dei servizi di Casalpusterlengo (anche per i casi in carico ai servizi sociali e di tutela minorile) e la cooperativa ad essa associata che fornisce risorse umane quali quella degli Ass.Educativi.

L’Istituto, capofila dell’Ambito 18  in collaborazione con l’ambito 17, promuove un importante momento di formazione “L’inclusione dei bambini con disturbo dello spettro autistico nella scuola dell’Infanzia e nella scuola primaria”.


Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali

L’espressione “Bisogni Educativi Speciali” è entrata in uso dopo l’emanazione della Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” e la successiva Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013.

Nella Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 si precisa che l’area dello svantaggio scolastico è articolata in tre grandi sotto-categorie:

– Disabilità

– Disturbi evolutivi specifici

– Svantaggio

bes in sintesi

Ma che cosa si intente con alunni con BES?

Il MIUR ha introdotto il riconoscimento degli alunni BES ovvero alunni con Bisogni Educativi Speciali poiché viene riconosciuto che “ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta” (direttiva ministeriale 27 dicembre 2012).

Infatti per alcuni studenti può accadere che affrontare il percorso di apprendimento scolastico sia più complesso e più difficoltoso rispetto ai compagni; in casi come questi i bisogni educativi normali (sviluppo competenze, appartenenza sociale, autostima, autonomia, etc.) diventano bisogni educativi speciali, più complessi, per i quali è difficile dare una risposta adeguata per soddisfarli. Grazie al riconoscimento dei Bisogni Educativi Speciali viene esteso a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi dalla Legge 53/2003.

Negli ultimi decenni si è osservato che la dicotomia che veniva operata nelle scuole tra alunni con disabilità e alunni senza disabilità non rispecchia pienamente la complessità delle nostre classi dove incontriamo studenti che vivono una difficoltà o uno svantaggio scolastico con caratteristiche assolutamente diverse da un alunno con l’altro e difficilmente inseribili nella discriminante tradizionale (disabilità/non disabilità).

In quali casi è possibile identificare un alunno con BES?

Le situazioni in cui l’apprendimento può essere difficoltoso o complesso sono molteplici.

Il MIUR ha identificato tre sotto-categorie di alunni con BES:

  1.  alunni con disabilità, per il cui riconoscimento è necessaria la presentazione della certificazione ai sensi della legge 104/92;
  2. alunni con disturbi evolutivi specifici, tra cui si inseriscono:
    • D.S.A. – disturbi specifici dell’apprendimento  (per il cui riconoscimento è necessario presentare la diagnosi di D.S.A. ai sensi della legge 170/2010);
    • deficit di linguaggio;
    • deficit delle abilità non verbali;
    • deficit della coordinazione motoria;
    • ADHD – deficit di attenzione e di iperattività;
  3. alunni con svantaggio sociale, culturale e linguistico.

Chi e come identifica i casi di alunni con BES?

Nel caso in cui uno studente presenti una disabilità oppure un D.S.A. è necessario che sia presentata alla scuola la certificazione e la diagnosi.

In tutti gli altri casi sono i docenti, in modo autonomo, a proporre e a motivare l’identificazione di bisogni educativi speciali degli studenti sulla base di considerazioni didattiche e pedagogiche.

Le osservazioni degli insegnanti per l’individuazione degli alunni con B.E.S. si basa sul concetto di funzionamento educativo-apprenditivo presentato nel modello ICF (International Classification of Functioning) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In che cosa consiste l’intervento didattico per gli studenti con BES?

Viene identificato un alunno con B.E.S. quando per apprendere ha bisogno di una didattica individualizzata e personalizzata.

“Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare – secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata – le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti.

In questa nuova e più ampia ottica, il Piano Didattico Personalizzato non può più essere inteso come mera esplicitazione di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA; esso è bensì lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia certificazione diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente didattico- strumentale.” (Direttiva Ministeriale BES – 27 dic 2013)

La legge 170/2010 che garantisce e tutela il diritto allo studio degli studenti con D.S.A. è ispiratrice della normativa riguardante gli studenti con B.E.S..

“La legge 170/2010, a tal punto, rappresenta un punto di svolta poiché apre un diverso canale di cura educativa, concretizzando i principi di personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella legge 53/2003, nella prospettiva della “presa in carico” dell’alunno con BES da parte di ciascun docente curricolare e di tutto il team di docenti coinvolto.” (Direttiva Ministeriale BES – 27 dic 2013)

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